INIZIA UN PERCORSO A TAPPE CHE CI PORTA AD APPROFONDIRE UN ARGOMENTO DI POLIZIA AMBIENTALE PARTICOLARMENTE IMPORTANTE

Estratto dal n.6 della rivista PolMgazine, link: http://www.pol-italia.it/polmagazine

Ho scelto di trattare questo argomento in quanto ripetutamente mi giungono richieste da parte di operatori addetti ai controlli, di chiarimenti per fattispecie relative alla presenza di amianto, argomento disciplinato da molteplici  normative sulle quali ho ritenuto doveroso soffermarmi dettagliatamente nelle distinte cinque parti del lavoro che ho inteso predisporre a chiarimento della problematica e che verranno integralmente pubblicate nella rivista secondo l’ordine cronologico indicato nella presente premessa. La scelta di suddividere il lavoro in cinque distinte parti è dovuta al fatto che sono diversi gli aspetti tecnico giuridici che interessano il fenomeno derivante dall’amianto ed è per questo necessario disporre di adeguato spazio per approfondire, nella sua totalità, l’argomento cercando di non appesantire, più di tanto, chi legge. Nella prima seconda e terza parte, denominata “La rimozione dell’amianto dagli edifici: procedure e modalità operative diverse” verrà preso in esame la presenza dell’amianto nelle costruzioni e le modalità di rimozione dello stesso a mezzo di Ordinanza sindacale proprio per questo, nella terza parte, verrà proposta una bozza di ordinanza da poter utilizzare nei casi di bisogno. La quarta e quinta parte, invece, denominate “Procedure operative in materia di abbandono di rifiuti contenenti amianto (illeciti penali e sanzioni amministrative)” saranno dedicate ai rinvenimenti di rifiuti abbandonati contenenti amianto con indicazione delle procedure da seguire e gli atti da redigere da parte degli operatori addetti ai controlli.

La rimozione dell’amianto dagli edifici: procedure e modalità operative diverse procedure operative in materia di abbandono di rifiuti in amianto. 

Parte I L’amianto: cos’è?

Parte II La normativa e il divieto di utilizzare materiale in amianto.

Parte III La rimozione dell’amianto dagli edifici: ordinanza sindacale a tutela della salute pubblica.

Procedure operative in materia di abbandono di rifiuti in amianto.

Parte IV L’amianto come rifiuto

Parte V Le ipotesi di violazioni relative ai rifiuti in amianto

La rimozione dell’amianto dagli edifici: procedure e modalità operative diverse.

In greco la parola amianto significa immacolato e incorruttibile e asbesto, così come può essere anche chiamato, significa perpetuo e inestinguibile. L’amianto, o asbesto, è una sostanza minerale naturale a struttura microcristallina, di aspetto fibroso appartenente alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. In natura l’amianto è molto diffuso in quanto i silicati rappresentano uno dei componenti fondamentali della crosta terrestre. La struttura fibrosa dell’amianto è molto addensata e particolarmente sottile. Per rendere l’idea di quanto siano compatte e numerose le fibre in amianto, basti pensare che in 1 mm si possono disporre circa 25 capelli, mentre di fibre di amianto ce ne stanno ben 33.500 circa.

 

“La struttura fibrosa dell’amianto è molto addensata e particolarmente sottile”

Una storia lunga.

La tipologia strutturale delle fibre di amianto attribuisce a tale minerale particolari caratteristiche che ne hanno determinato un largo uso e impiego soprattutto tra gli anni 60 e 80. Addirittura lo portavano sempre con sé i pompieri, nelle loro uniformi. Resiste al fuoco e al calore, all’azione di agenti chimici e biologici, all’abrasione e all’usura (termica e meccanica), isola tetti, pareti e tubature. È facilmente filabile e può essere tessuto. Si lega facilmente con alcuni polimeri (gomma, PVC) e materiali da costruzione (calce, gesso, cemento). In composizione con il cemento forma il fibrocemento, che è altresì un marchio registrato, brevettato nel 1901 dall’austriaco Ludwig Hatschek come “Eternit”. Praticamente è un minerale indistruttibile, non infiammabile, molto resistente all’attacco degli acidi e alla trazione, flessibile, dotato di buone capacità assorbenti, facilmente friabile. Grazie alla sua grande versatilità e al costo contenuto, è stato usato ampiamente e per anni nelle industrie edilizie e per fabbricare prodotti di consumo in mezzo mondo. L’utilizzo dell’amianto sembra essere cominciato addirittura nel 3000 a.C. quando veniva aggiunta l’Atonfillite nella terractta per rinforzare le stoviglie fabbricate in quel materiale. Si racconta, poi, che Carlo Magno indossasse una coperta di amianto per impressionare gli amici in giochi da fochista.

È una sostanza cancerogena

Le sottilissime fibre di amianto attribuiscono al materiale un alto livello di pericolo per la salute umana, che si determina quando esiste la possibilità che esse siano inalate. La presenza in sé di amianto non implica necessariamente un danno per la salute. Il rischio di inalazione di fibre è strettamente legato alla friabilità del materiale. I materiali contenenti amianto, pertanto, vengono classificati come friabili e compatti:

Friabili: possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con semplice azione manuale;

Compatti: materiali duri (ad esempio, cementoamianto), che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’impiego di attrezzi meccanici.

Il pericolo concreto per la salute umana è, come su evidenziato, legato alla dispersione delle fibre che possono essere diffuse nell’aria a seguito della manipolazione o lavorazione di materiali che le contengono. Può verificarsi dispersione spontanea nel caso di materiali friabili usurati o sottoposti a vibrazioni, correnti d’aria, urti. Per i materiali compatti contenenti amianto, come le coperture degli edifici in cemento amianto (eternit), il rischio è, in generale, molto basso ed è comunque legato allo stato di manutenzione dei materiali che possono diventare un rischio se abrasi o danneggiati. Gli immobili che contengono amianto compatto, ove è garantito che non sussista rischio di dispersione delle fibre, non è considerato fonte di pericolo e quindi risulta legittimo, in base alla normativa vigente, il relativo uso. È verso gli anni 60 che si iniziò a dubitare della sicurezza e non pericolosità delle fibre di amianto. Vari scienziati nel mondo denunciarono la sua cancerogenicità ma ovviamente i grandi colossi della produzione Eternit fecero finta di nulla, minimizzando il problema.

“In 1 mm si possono disporre circa 25 capelli, mentre di fibre di amianto ce ne possono essere quasi 33.500”

Un Killer silenzioso…

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, sono oltre 100 mila persone nel mondo, 15 mila in Europa, che perdono la vita ogni anno a causa delle neoplasie indotte dell’inalazione delle fibre di amianto. Il nostro paese ne è stato il maggior consumatore e il secondo produttore in Europa, dopo la Russia, con oltre 5 milioni e 600 mila tonnellate di amianto grezzo utilizzate in ogni settore industriale e civile che si sono trasformate in 32 milioni di tonnellate di cemento-amianto. Oltre 560 mila lavoratori ne sono venuti a contatto, in ogni comparto professionale, dall’edilizia alla cantieristica fino alle forze armate. Ecco perché il nostro è uno dei paesi più colpiti: l’amianto continua a causare la morte e la malattia di oltre 3 mila persone in Italia ogni anno, secondo le stime dell’Associazione italiana di oncologia medica. La sua bonifica è una grande opera di risanamento ambientale che sconta, oltre la cronica mancanza di fondi, enormi ritardi, in parte dovuti al mancato coordinamento tra stato, regioni e comuni. Dal 1992, con la legge n. 257 del 12 marzo 1992, l’Italia ha messo al bando l’amianto.

Estratto dal n.6 della rivista PolMgazine, link: http://www.pol-italia.it/polmagazine

 

A cura del Dott. Giuseppe Aiello

Comandante della Polizia Municipale di Lioni (AV)

Esperto in tutela ambientale e gestione dei rifiuti